Il Progetto Il Filo dal Canestro – Basket, Autismo e Disabilità - nasce nel 2003, con l’obiettivo di poter offrire alle persone con autismo la possibilità di vivere nel gruppo dei coetanei un’esperienza di sport attraverso il basket, grazie alle metodiche previste dall'approccio P.E.I.A.D. (Progetto Educativo Integrato Autismo e Disabilità).
Nel corso degli anni, il Progetto comprende, non solo sessioni di allenamento di basket all’interno del gruppo dei partecipanti, ma anche esperienze di integrazione con squadre under 14, 17 e 19. Il Progetto Il Filo dal Canestro ha l’obiettivo di fornire l’opportunità, a persone autistiche e portatrici di disabilità, di praticare il basket, in un contesto strutturato e protetto, adatto alle esigenze di persone che presentano difficoltà relazionali, comunicative e comportamentali.
Il basket si presta particolarmente al lavoro con i bambini e ragazzi autistici, per una serie di caratteristiche insite nel gioco stesso.
Innanzitutto è uno sport intuitivo, per cui ogni persona che si avvicina a questo gioco, anche solo per la prima volta, riesce a comprendere quali sono gli scopi e, quindi, può giocare, oppure seguire una partita senza avere delle conoscenze particolari.
Il basket è uno sport di squadra che si svolge “faccia a faccia” e mette i giocatori in contatto tra di loro, creando molto dinamismo e movimento, ma mantenendo, al tempo stesso, un ordine strutturale, aspetto fondamentale nell’impegno pratico dei ragazzi con difficoltà.
Gli strumenti principali del basket sono la palla e il canestro.
A differenza di altri sport, nel gioco del basket, la palla è un oggetto che si può maneggiare, tenere tra le mani per un certo tempo, far rimbalzare, strisciare, volare e, quindi, entrarci in contatto, per poi passarla a un compagno o tirare a canestro.
Attraverso la palla, quindi, si interagisce e si entra in contatto con gli altri, essa diviene così veicolo di mediazione e comunicazione.
L’altro strumento, il canestro, è posto in alto e sfida ogni ragazzo a superare le leggi della gravità per poterlo raggiungere. Inoltre, è piccolo e stretto e, quindi, richiede precisione nel tiro.
È importante che ogni ragazzo possa fare canestro: questo porta un vissuto di gratificazione in campo, ma anche fuori dal campo, soprattutto, per le persone che in genere sono abituate ad insuccessi.
Uno degli elementi più importanti nel basket è il tiro della palla, infatti il momento del tiro è un giusto connubio di esplosività e delicatezza: la prima, l'esplosività, è la componente iniziale del gesto, mentre la seconda, la delicatezza, si concretizza, nel momento in cui si lascia la palla tra le mani, in questo modo si impara a dosare la forza e ad impiegarla per un fine definito e positivo.
Un altro aspetto importante è la dimensione del piacere di stare insieme, di giocare, di realizzare un canestro e ciò risveglia una forza vitale, che fornisce l’energia per superare la fatica, che le persone autistiche affrontano quotidianamente, per comunicare ed interagire con gli altri.
Infine, il gioco del basket può essere associato all’esperienza della comunicazione umana attraverso la palla, in cui dare la palla significa dare la parola, prendere la palla significa prendere la parola, aspettare il turno del gioco significa attendere il turno del dialogo e andare a canestro significa proiettarsi in un progetto e fare centro.
Poter offrire ad un gruppo di bambini e ragazzi autistici l’opportunità di praticare questo sport e crescere insieme è per noi fonte continua di gioia e soddisfazione, nella consapevolezza di svolgere un servizio a favore della loro crescita, in tutte le dimensioni della loro vita, e di accompagnarli ad aprirsi alla relazione con il gruppo e al nutrimento che ne deriva, al di là di qualsiasi limite.
Il progetto viene gestito dal seguente staff di lavoro:
• Uno psicoterapeuta supervisore, fondatore dell’approccio PEIAD, responsabile della supervisione sistemica del progetto
• Uno psicologo supervisore, responsabile dell’Associazione Il Filo dalla Torre ONLUS, responsabile della supervisione relazionale del lavoro
• Uno psicologo, consulente PEIAD, responsabile della supervisione tecnica del lavoro
• Un allenatore di minibasket professionista, con una specifica formazione in campo di disabilità e autismo
• Ex giocatori, collaboratori volontari
• Operatori Specializzati nel campo dell’autismo e dell’approccio PEIAD, con conoscenze relative ai fondamentali del basket
• Volontari formati secondo l’approccio PEIAD
• Tirocinanti provenienti dalle facoltà di Psicologia e Scienze della Formazione.
Negli anni il nostro team si è ampliato, grazie alla collaborazione di Fulvio Polesello, ex giocatore e dirigente della Virtus Roma Basket e di Roberto Maggi, ex Allenatore Nazionale di Basket.
Gli allenamenti si svolgono tutti i sabati e sono divisi in due sessioni in base alle competenze e al livello dei nostri atleti.
Ringraziamo dell’ospitalità, per la generosa offerta del campo, la Polisportiva Pamphili Village, in via di Vigna Girelli 80-82.